lunedì 20 gennaio 2014

Il Potere di un Sogno

Quante volte sentiamo dentro di noi il forte impulso a fare qualcosa, qualcosa di grande ma, allo stesso tempo, abbiamo la sensazione che una forza superiore ci impedisca di agire? Inconsciamente sentiamo che quel “qualcosa”, se portato in superfice e messo in pratica, ci renderebbe felici, tanto da ridare un forte senso alle nostre vite. Sentiamo, percepiamo che se soltanto riuscissimo a dare avvio a questo impulso misterioso – pur non avendo idea di cosa si tratti – tutto si sistemerebbe. Eppure, continuiamo a rimanere bloccati. E allora viene da chiedersi: esistono delle spiegazioni che, se ben comprese, possano consentirci di ottenere dei mezzi al fine di mettere in pratica questa energia che sentiamo così vitale oppure siamo destinati a una vita di eterna insoddisfazione?
  Un’idea, praticamente comune a tutti, afferma che soltanto le personalità estremamente competitive possono puntare all’eccellenza e quindi al successo. Un tale credo ha da sempre portato le persone che non sentono propria questa famosa “spinta alla competitività” a non provare nemmeno a mettersi in gioco o, al più, a “mollare” dopo il primo tentativo andato male. In genere le risposte che sentiamo da queste persone sono del tipo “non fa per me”, “sono nato sfortunato”, “il mio destino è quello di non ottenere niente di buono dalla vita”, eccetera. In realtà per eccellere nel mondo non esiste soltanto la “porta della competitività”, ma anche quella “della creatività”.
  Il professor William Hart, dell’università della Florida, ha condotto uno studio in cui ha scoperto che, in pratica, le “personalità non-competitive” hanno tutte le carte in regola per poter riuscire nella vita. L’unico loro “difetto”, se così si può definire, è dovuto al fatto di essere cresciute in un sistema educativo che riconosce e premia soltanto la competitività, tralasciando (se non addirittura penalizzando) tutte le altre opzioni. Dallo studio infatti è emerso che una personalità competitiva riesce a dare il meglio di sé soltanto quando si sente spinta, consciamente o meno, a ottenere il miglior risultato rispetto a tutti gli altri. Nel caso in cui, invece, un certo compito ha come fine soltanto il proprio diletto o l’innovazione fine a sé stessa, tutta la sua voglia di combattere si smorza. Addirittura dalla ricerca è emerso il fatto che, per questo tipo di persone, se un certo compito risulta divertente non merita molta attenzione giacché non è una “sfida”! Al contrario, una personalità non-competitiva, invece, viene attratta da tutto ciò che provoca un certo “gusto” e, pertanto, da tutte quelle attività che risultano “divertenti”, guadagnandone sia a livello motivazionale che nella performance. Ne consegue che se a una personalità non-competitiva si chiede di adempiere un compito “con la massima urgenza” o per risultare “il migliore”, l’esito sarà quasi certamente nefasto (situazione che, al contrario, esalterebbe una persona competitiva). Viceversa, se lo stesso compito gli viene presentato sotto l’aspetto del “creare qualcosa di nuovo e di bello”, allora quella stessa persona si ritroverà, con ogni probabilità, a dare il meglio di sé (mentre per il competitivo risulterà un interesse quasi pari a zero). Naturalmente questo non significa che un tipo di personalità sia migliore dell’altra, ma più semplicemente che sono diverse. Ed è importante comprendere sia la differenza sia le potenzialità di questi due tipi di personalità giacché fino a oggi, come accennavamo in precedenza, tutto il sistema educativo e sociale si è concentrato esclusivamente sulle personalità competitive: trascurando quelle non-competitive il sistema ha agito a scapito non soltanto della qualità di vita di quest’ultimi (poiché il costante sentirsi “inadeguati” e “perdenti” non può che influire negativamente sullo stato d’animo), ma anche del sistema sociale stesso, poiché non ha sfruttato adeguatamente la parte creativa della popolazione (e oggi tutti noi sappiamo quant'è importante la creatività nel mondo moderno).

Se dunque sentite di essere delle persone non-competitive e questo, per lungo tempo, ha pesato fortemente sulla vostra esistenza, tenete in mente e fate vostra questa nuova novella. È giunto il momento di vivere la vita che meritate, fatta di una forte voglia di vivere, perché la forza che dà vita verrà attratta verso di voi dalla vostra creatività. E questa creatività darà ancora maggiori frutti quando noterete che tornerà utile alle altre persone, più di quanto all’inizio potevate immaginare. Ci vorrà tempo, su questo non vi è dubbio; ma alla fine, seguendo la vostra natura, otterrete ciò che sentite di meritare. Per costruire una casa è necessario prima sognarla, e un sogno costruttivo può essere partorito soltanto da una mente creativa. Iniziate a sognare dunque, e se ne avrete cura, raggiungerete quel potere che meritate. La vita è lì in attesa, per elargire a voi il suo dono più prezioso. Mettetevi in cammino e raccogliete i frutti che portano inciso il vostro nome.

micheleputrino@email.it

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