venerdì 20 giugno 2014

Come Gestire l'Umore

Perché molte volte ci sentiamo preda del nostro umore? Pur frequentando le stesse persone e gli stessi luoghi di sempre, in alcuni momenti capita di non sentirci più noi stessi ma marionette manovrate da qualche strana forza di cui non riusciamo a trovare la causa. Quante volte, infatti, ci è capitato di dire: “Scusa, non ero in me”? Questa situazione, in cui tutti noi prima o poi ci siamo ritrovati, ha una spiegazione molto logica e, per certi versi, molto semplice. Vediamo di cosa si tratta.

Le emozioni sono il risultato del connubio di due fattori: la funzionalità del nostro corpo e le rappresentazioni che ci facciamo della realtà. Il perché della forte influenza del primo sul nostro umore è, per certi versi, abbastanza comprensibile attraverso un piccolo esperimento. Provate a modificare l'espressione del vostro viso in un ghigno estremamente aggressivo e animalesco. Fatto? Come vi siete sentiti in quel momento? Sono sicuro che la risposta è... aggressivi e animaleschi! Questo è dovuto al fatto che il nostro cervello collega i cambiamenti del nostro corpo a stati d'animo ben precisi. Ovviamente la natura, non facendo cose a caso, ha i suoi buoni motivi per far ciò. Se un individuo ha, nei miei riguardi, cattive intenzioni, in molti casi sarà bene, per la mia sopravvivenza, mostrare un volto in cui c'è “scritto”: “Stai attento amico perché può finire male anche per te”. Naturalmente nello stesso momento devo mantenermi in uno stato emotivo che mi prepari a combattere o fuggire. In altre parole, sarà bene far “entrare” il mio corpo in uno stato di stress. Sì, avete capito bene: ho definito lo stress come qualcosa di positivo. E in una situazione di pericolo immediato lo è e come! Tecnicamente, infatti, lo stress non è altro che un meccanismo che viene attivato dalla nostra fisiologia al fine di non farci trovare impreparati di fronte a un pericolo immediato. Aumentando i battiti cardiaci e facendo defluire gran parte del nostro sangue dal busto agli arti, il nostro corpo è pronto a combattere contro ciò che rappresenta il pericolo oppure a fuggir via da esso. Dunque è una cosa buona no? E allora perché oggi lo stress rappresenta la fonte principale dei nostri problemi? Perché, come per quasi tutte le cose, il problema non è la cosa in sé bensì il contesto in cui si trova ad agire. Un coltello rappresenta un oggetto ottimo se devo prepararmi un panino ma diventa qualcosa di orribile se qualcuno me lo punta contro minacciando di uccidermi. Per noi esseri umani del XXI secolo lo stress rappresenta un problema perché i pericoli che affrontiamo nel nostro quotidiano sono completamente diversi da quelli di un tempo e, quindi, il meccanismo che prima ci permetteva di uscire sani e salvi da una situazione pericolosa, oggi, per i contesti che si sono venuti a creare con la civiltà moderna (come il lavoro d'ufficio per esempio), non soltanto è inutile ma addirittura controproducente. Per rendere la questiona più chiara facciamo un esempio. Se domani il vostro capo vi convoca in una riunione insieme ad altri vostri colleghi annunciandovi che a fine mese uno di voi verrà licenziato, il vostro corpo entrerà immediatamente nello stato di stress: il vostro cuore aumenterà a dismisura i battiti, comincerete a sudare e quasi non riuscirete a tenere ferme le gambe e le braccia. Come abbiamo descritto prima, tutto questo meccanismo entra in funzione perché il vostro cervello ha percepito una situazione di pericolo e per lui la reazione più ovvia e immediata è quella di prepararvi a lottare o a fuggire. Ma in quel caso una di queste due reazioni è assolutamente inutile, anzi, dannosa! Infatti secondo questo meccanismo voi dovreste o scattare verso il vostro capo riempiendolo di cazzotti fino a renderlo più simile a una carcassa che a un essere vivente oppure lanciarvi come dei forsennati verso l'uscita correndo il più lontano possibile fino a quando il bruciore ai polmoni vi obbligherà a fermarmi. Ha senso anche solo una di queste due reazioni? Ovviamente no. E infatti la vostra parte razionale lo sa perfettamente e vi tiene ben inchiodati alla sedia. Ma lo stato di stress continuerà a essere presente per tutta la giornata e fino alla fine del mese, e cioè fino a quando il pericolo non sarà cessato. Tutto questo si ripercuoterà in continuazione sul vostro corpo (e cioè sulla respirazione, sulla mimica facciale, sulla postura, eccetera) tanto che, a sua volta, come abbiamo chiarito in precedenza, andrà a influenzare ulteriormente il vostro stato d'animo. Ma se è vero che lo stato di stress influenza direttamente la nostra fisiologia, allora è vero anche il contrario, e cioè modificando postura, espressioni del viso e quant'altro possiamo modificare il nostro umore e, quindi, il nostro comportamento (cosa che, come avete avuto modo di sperimentare voi stessi con il nostro piccolo esperimento di mimica, è assolutamente reale). Il problema in questo caso consiste nel fatto che trovandoci in uno stato di stress può risultare difficile, se non impossibile, modificare la fisiologia del nostro corpo. Possiamo continuare a chiedere all'infinito al nostro cuore di rallentare i propri battiti ma sarà molto difficile che ci obbedisca. E allora, cosa possiamo effettivamente fare per avere il controllo sul nostro stato emotivo? Qui interviene il secondo fattore che condiziona significativamente le nostre emozioni, e cioè le rappresentazioni che ci facciamo della realtà.
Se immaginate, in maniera molto vivida, di trovarvi in un'isola tropicale sdraiati sopra un comodissimo lettino a sorseggiare la vostra bevanda preferita mentre prendete il sole, molto probabilmente sentirete diminuire i vostri battiti cardiaci. Ecco dimostrato allora il grande potere e la grande influenza che esercitano sul nostro corpo le rappresentazioni mentali. Il succo del discorso in sostanza consiste nel fatto che se riuscirete a cambiare il modo in cui percepite gli accadimenti, allora riuscirete anche a provare le emozioni che ritenete più opportuno provare. Non sarete più “schiavi” delle vostre emozioni ma saranno le emozioni a essere al vostro servizio. Per chiarire ancor più la questione, pensate a tutte quelle volte in cui vi è capitato di trovarvi con una persona in una determinata situazione (ad esempio un viaggio) e di scoprire successivamente, con vostro grande stupore, che lei descrive l'evento in maniera completamente diversa dalla vostra pur avendo vissuto le stesse cose! Questo avviene, come ormai avrete capito, proprio perché ognuno di noi ha un proprio personale modo di rappresentasi la realtà. Se dunque le cose stanno in questo modo, perché non sfruttare tutto ciò a nostro vantaggio? Perché non allontanare da noi le emozioni negative associate ad alcuni eventi che, per un motivo o per un altro, dobbiamo rivivere e, allo stesso tempo, incentivare ancor più quelle positive?
Prima di spiegarvi in pratica come fare per gestire le emozioni, è importante sapere che più intense, grandi e chiare sono le immagini delle vostre rappresentazioni e più forti saranno le emozioni che proverete; viceversa, più sfocate e piccole saranno le immagini e meno intense saranno le emozioni stesse. Ora passiamo all'azione.

Per allontanare una brutta sensazione da un ricordo
  1. Rievocate il ricordo a cui è associata una brutta sensazione.
  2. Ora stoppate il tutto e cercate di vedervi dall'esterno, come se l'evento fosse stato ripreso da una telecamera.
  3. A questo punto fate ripartire il “filmato” e guardatelo e riguardatelo più e più volte.
  4. Quando sentirete che l'evento non vi provoca più le brutte sensazioni di prima, entrate nel vostro corpo del filmato e rivivete il tutto in prima persona.

Se avrete svolto la procedura in modo adeguato, qualcosa di “magico” sarà avvenuto in voi: la brutta sensazione che vi assaliva ogni volta che pensavate a quel determinato ricordo sarà sparita per sempre.

Per associare una bella sensazione a un ricordo
  1. Riportate alla mente un bell'evento della vostra vita, un ricordo che al solo pensiero vi fa sentir bene.
  2. Ora cercate di visualizzare al meglio le immagini del ricordo.
  3. Vedetevi come se vi ritrovaste ancora una volta lì, a riviverlo come se fosse la prima volta.
  4. Adesso rendete più grandi e più luminose le immagini; percepite più intensamente tutto ciò che arriva ai vostri cinque sensi.
  5. Godetevi più e più volte il momento.

Quando imparerete a controllare le immagini che in continuazione create nella vostra mente (che siano di ricordi o di pura fantasia), imparerete a controllare le reazioni del vostro corpo e, con esse, le vostre emozioni, il vostro umore e quindi il vostro comportamento. E il mondo non potrà che apparirvi come il luogo in cui avete sempre sognato di vivere.

micheleputrino@email.it

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